2009 – Kusudama – bozzetto per progetto scultoreo – Scultura modulare alluminio diametro 180 cm
Kusudama
Sfera medicinale
di Chiara Pellegrini
…”era tempo di lasciare che tutto riaffiorasse”…
Il Kusudama ha origini nell’antica cultura giapponese, ed è composto cucendo insieme diversi moduli piramidali identici, che vanno a definire una forma sferica. Queste strutture, in origine costituite da erbe e fiori, venivano appese fuori dalla porta di casa per tenere lontani gli spiriti maligni e le malattie. La stessa parola è la combinazione dei termini giapponesi Kusuri: medicina e Tama: sfera.
Il K. rientra nella vita dell’uomo come dono, come elemento di cerimonie. I modelli antichi rappresentano forme astratte alle quali si affidano significati simbolici con intenti rituali e usanze che vanno a coinvolgere la tradizione dell’origami e si avvicinano, in parte, come pratica, agli ex voto della cultura cattolica.
Le prime forme di origami, dette go-hei, erano costituite da semplici strisce di carta piegate in forme geometriche e, unite ad un filo o ad una bacchetta di legno, utilizzate per delimitare gli spazi sacri.
Alla base dei principi che regolano l’origami e il Kusudama, vi sono senz’altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell’accettazione della morte come parte del tutto.
“Questo tipo di pensiero permette di vedere la realtà con più penetrazione perché sa distinguere qualunque oggetto nelle sue forme precedenti e in quelle seguenti.”
Il mio lavoro vuole partire da questo presupposto: considerare come una cosa si trasforma in un’altra.
Ho analizzato più forme, iniziando dalle più semplici; mi sono accorta che il processo di trasformazione nasceva da un lavoro di decostruzione: pieghe, fasi di passaggio, come armature di sostegno di un pensiero in cui:
… tutto cambia continuamente (come hanno detto anche i greci) e che l’unica costante della realtà è la mutazione (come hanno detto i cinesi qualche migliaio di anni fa). La speranza, come capacità di astrazione, di cambiamento delle cose, assomiglia a una piega: “così come un foglio di carta, piegato in modi diversi, può dare moltissime immagini diverse, da cosa nasce cosa.”
Il progetto è stato selezionato per il concorso artistico “Cura e Speranza”
bandito dall’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano per la progettazione, la realizzazione e l’acquisto di una scultura o installazione da collocarsi presso l’Ospedale Riguarda Ca’ Granda di piazza Ospedale Maggiore.
L’opera, rispettosa dell‘ambiente ospedaliero ed armonicamente inserita nel contesto architettonico, doveva sviluppare il tema dell’importanza della speranza in ambito sanitario per la cura della malattia.
Il concorso si è articolato in due fasi. In una prima fase la Commissione giudicatrice ha selezionato 10 artisti invitando i suddetti a presentare il relativo bozzetto, nella seconda e stato individuato il vincitore.
Il 23 ottobre 2009 è stato premiata presso la Sala Alessi a Palazzo Marino l’opera vincitrice e i bozzetti selezionati sono stati esposti in una mostra presso la Loggia dei Mercanti, Piazza Mercanti a Milano in attesa di essere collocati in esposizione permanente nel nuovo padiglione dell’ ospedale.
Scheda tecnica:
La scultura modulare da me presentata è composta da 12 fiori uguali ed in caso di realizzazione finale prevede per ogni singolo fiore un diametro pari a 125 cm, uniti a comporre un unico corpo di forma sferica avente un diametro pari a 180cm.
I 12 elementi sono costituiti da un doppio foglio di metallo (presumibilmente alluminio semicrudo) tagliato (a laser) e piegato.
Il bozzetto presentato è in policarbonato ed ha un diametro pari a 60cm.
Anno di esecuzione: 2009
Tratto da “Il sole dei morenti” di Jean-Clode Izzo
Tratto da “ Origami e creatività” di Bruno Munari, Milano 8 aprile 1987